«Dove vive, questo ragazzino?». Lei glielo disse. Gli disse chi erano i suoi genitori adottivi, gli disse che lavoravano al porto di una città vicina, gli disse il nome della barca che il padre adottivo di suo figlio usava per andare a pesca. «Dov’è il padre vero?» chiese il reggente. «Morto. Morto subito» ansimò Rondine. Le stava facendo male. «Come?». «In mare». «Questa storia patetica è una cazzata». Rondine gemette piano. «No, no...» balbettò. «Mio padre... era un assassino. L’ha ucciso re Piotr, dieci anni fa. Impiccato. Lo chiamavano Condor. Non volevo fare la professione di famiglia, sono scappata. Poi è nato Igor, Karlo è andato via, è morto. Sono tornata da mio padre. Non potevo andare da nessun’altra parte. Mi ha insegnato lui». «Questo non mi interessa» concluse l’altro,