XIV. Sangue e sogniEra una feluca a due alberi con vele latine! L’imbarcazione era lunga e bassa. Dentro c’erano più di cinquanta uomini, venti o trenta dei quali erano ai remi con i quali si spingeva l’imbarcazione da sottovento alla terra. Ero sbalordito. Era possibile che gli indigeni selvaggi e dipinti che avevo visto a riva avessero così perfezionato l’arte della navigazione da essere maestri di una costruzione e di un’attrezzatura così avanzata come questa imbarcazione dimostrava? Sembrava impossibile! E mentre guardavo, vidi un’altra barca dello stesso tipo entrare in vista e seguire la sorella attraverso lo stretto nell’oceano. E non bastava. Uno dopo l’altro, a breve distanza, arrivarono cinquanta di questi eleganti e graziosi vascelli. Si frapposero tra la flotta di Hooja e la