9. Non aveva nessun senso. All’inizio pensai di avere un’allucinazione. Era troppo. Probabilmente il mio cervello aveva tirato i remi in barca e ormai stavo delirando alla stragrande. Nel mio delirio, naturalmente, non poteva mancare il dettaglio patetico di Zoran che mi veniva a salvare come un cavaliere delle favole. Avevo trentadue anni, ero appena sopravvissuta a un bombardamento, ero dispersa in territorio nemico in compagnia di due agenti a contratto e tre giornalisti più morti che vivi, tremavo, piangevo, ero intrisa di polvere, sudore e urina e mi permettevo di abbandonarmi a un delirio infantile in cui il tizio che mi aveva spezzato il cuore veniva a salvarmi sul suo cavallo bianco. Che poi era un elicottero mezzo arrugginito, okay. Be’, la mia sanità mentale mi aveva piantata