Kyra chiamò a raccolta tutto il suo allenamento, tutti i lunghi giorni e le lunghe notti passati a tirare; cercò di mettere in pratica ogni abilità ci fosse in lei, e si sforzò di concentrarsi. Si sforzò di diventare tutt’uno con la sua arma. Tirò e lasciò e il tempo rallentò mentre guardava la freccia in volo, sentendone il sibilo, insicura se avrebbe colpito o meno. C’erano troppe variabili in ballo, da una folata di vento, ai rami che oscillavano, alle mani fredde, al movimento del soldato. Kyra udì il soddisfacente suono della freccia che colpiva il suo bersaglio e udì il grido dell’uomo. Guardò il suo volto alla luce della luna, contorto nel dolore, vedendolo lasciar cadere l’ascia al suo fianco e cadere subito dopo a terra, morto. Il drago guardò Kyra e i loro occhi si incrociaron