20 Prima che un nuovo giorno facesse piena irruzione nella mia stanza, aprii gli occhi sulla signora Grose, che era giunta al mio capezzale con pessime notizie. Flora era tanto febbricitante che forse stava covando qualche malattia; aveva trascorso una notte molto inquieta, una notte turbata soprattutto da incubi che non avevano nulla a che fare con la sua vecchia governante, bensì con la nuova. Non era contro il possibile ritorno della signorina Jessel che protestava ma, in modo evidente e appassionato, contro la sottoscritta. Fui subito in piedi, con un’infinità di domande da porre, tanto più che la mia amica aveva tutta l’aria di essere pronta a un nuovo confronto. Lo intuii quando le chiesi se prestasse fede alla versione della bambina o alla mia. «Insiste, come voi, nel negare di ave
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