19 Proprio com’era accaduto con Miles al cimitero, le implicazioni di quella domanda ci piombarono addosso con tutto il loro peso. Avevo contato molto sul fatto che quel nome non fosse mai stato pronunciato fra noi, e la rapida smorfia di sofferenza che si dipinse sul viso della bimba fece sì che la mia brusca interruzione del silenzio assomigliasse al fracasso d’un vetro infranto. A questo si aggiunse il grido che la signora Grose, quasi a voler attenuare il colpo, frappose alla mia violenza, il grido di una creatura spaventata – o meglio ferita – al quale, nel giro di pochi istanti, fece seguito un mio gemito. «Lei è lì, è lì,» dissi afferrando la mia collega per un braccio. La signorina Jessel si trovava davanti a noi, sulla sponda opposta, proprio come la volta precedente, e ricordo