16 Quella sera arrivai al punto di cominciare la lettera. Il tempo era cambiato di nuovo, fuori tirava un gran vento, e sotto la lampada, in camera mia, con Flora che riposava tranquilla accanto a me, rimasi seduta a lungo davanti a un foglio di carta bianco ad ascoltare lo scroscio della pioggia e l’ululato del vento. Alla fine, uscii dalla stanza portandomi dietro una candela; attraversai il corridoio e mi fermai per qualche istante a origliare alla porta di Miles. Quello che la mia incessante ossessione mi spingeva a cercare di carpire era un segno che non stesse dormendo e, in effetti, uno lo colsi, anche se non nella forma in cui me lo sarei aspettato. D’un tratto, la sua voce risuonò argentina: «Dico a voi, là fuori… entrate pure.» Fu come un guizzo di gioia in quel cupo sconforto!