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1601 Words
Terminata l'ultima lezione della giornata, suona la campanella e tutti gli studenti tornano a casa, lasciandomi di nuovo sola nell'atrio dell'istituto. Mai in vita mia sono stato mandato in prigione e ora a causa di Cara dovrò spiegare a mia madre di essere tornato a casa tardi. Quando trovo l'aula, entro e vedo che il maestro non è ancora arrivato, anzi, non c'è nessuno studente oltre a me. Ma questo cambia quando la porta si apre e appare un ragazzo che non ho mai visto in vita mia. Immagino che sia entrato di nuovo nell'istituto. È molto alto. La sua maglietta nera a maniche corte espone i suoi tatuaggi e le sue braccia muscolose, togliendomi il fiato. Ha i capelli molto scuri pettinati di lato e lo sguardo penetrante. Quello sguardo... so di averlo già visto da qualche parte, ma non so dove. E poi lei questa si posa su di me, facendomi sentire piccola. Deglutisco forte. Va all'ultima fila e si siede sulla sedia, appoggiandola al muro e gettando la testa dietro di sé, scoprendo i tatuaggi che gli spuntano dal collo. Poi mi arriva un flashback a perdifiato e tutto scatta. Sento che il respiro mi manca... Non è possibile. Guardo di nuovo il suo viso, mentre sembra dormire. Sì, è lui. Non poteva essere qualcun altro. -Tuo. -Mi alzo dalla sedia e vado da lui.- Figlio di puttana. Apre gli occhi e mi guarda come se non credesse che gli sto parlando. Si alza e vedo che mi stacca due teste Ha la mascella serrata, come i pugni. Tutti i miei arti tremano, non posso credere che lo stia facendo. -Hai ucciso il mio migliore amico- dico con fermezza. -Non so di cosa stai parlando. - La sua voce è profonda, rauca e mi fa venire i brividi. -Sì, lo fai- dico con il tono più alto - Tre mesi fa, in un incidente d'auto, ti ricordi?- chiedo con amarezza nella voce. Si fa una risata. -Sei pazzo. Sento il sangue ribollire e una sensazione di rabbia mi prende, facendomi lacrimare gli occhi. Come diavolo osi chiamarmi pazzo? Nemmeno se vuole ha le palle per ammettere quello che ha fatto. Mi avvicino a lui e alzo la testa con orgoglio, fissando lo sguardo sul suo con rabbia. -Mi assicurerò che tu paghi per quello che hai fatto, mi hai sentito? Sappiamo entrambi molto bene di cosa sto parlando e quando finirai dietro le sbarre sarò io a ridere- sbottò, deciso. Fa un passo indietro, ma non sembra badare alle mie parole. Una lacrima di impotenza o forse di adrenalina mi scende lungo la guancia mentre lo fisso. -Non sai chi hai incasinato- dice prima di afferrarmi entrambi i polsi e mettermi con le spalle al muro. Respiro con la bocca spalancata, per la paura che mi provoca. Sta fissando i miei occhi pieni di lacrime. Cerco di lasciarmi andare e mi contorco, ma lui forza di più la presa sulle mie mani, facendomi dolere i polsi.- Non avrei dovuto salvarti la vita facendoti scendere da quella macchina. Mi trafigge come un pugnale affilato quando esce dalla sua bocca. I suoi occhi neri sono indecifrabili. Sento troppa oscurità nella sua. -Non mi spaventi. -Non è come sembra. A quel punto, senti la porta aprirsi e lui mi lascia velocemente andare per girarsi. Lui è l'insegnante. -Scusa per il ritardo. -poi distoglie lo sguardo da lui a noi.- Va tutto bene? - mi chiede fissando lo sguardo su di me. -Perfettamente. -risponde il ragazzo mentre mi guarda minaccioso e torna al suo posto. -Non. -risposi asciugandomi le lacrime.- Ho bisogno di parlare con mia madre. Posso andare? L'insegnante, vedendomi così angosciato, annuisce con la testa e mi fa uscire dalla classe. Benedico gli dei che la mia casa è vicino all'istituto e arrivo in dieci minuti quasi di corsa. -Madre! - Piango alterato appena entro.- Mamma! Dove sei? Sento dei passi rapidi scendere le scale e vedo apparire Jim. -Cosa succede?- chiede preoccupato- Stai bene? -Dov'è mamma?- chiedo cercandola con lo sguardo. glielo devo dire. Devo dirti che so già chi ha causato tutto questo. - Sta lavorando, perché? è successo qualcosa? -Ho visto l'uomo che ha ucciso Alison. XXX Punto di vista di Azael Colpisco ancora una volta il sacco da boxe con la mia rabbia accumulata mentre finisco di raccontare a Scott cosa mi è successo stamattina con la ragazza dell'incidente. - Amico, non puoi farti denunciare- borbotta Scott mentre si toglie le bende dai polsi- Appena verrai scoperto di nuovo, andrai in galera, lo sai, vero? Quella ragazza può rovinarti la vita. - Lo so, stronzo- rispose con il mio solito pessimo umore. Poi mi tolgo anche i guanti e mi asciugo il sudore sul corpo. -E cosa hai intenzione di fare? -Ho qualcosa in mente, ma non so se funzionerà- mormorò. Non so se funziona, quella ragazza è una fottuta bestia. -Di cosa stai parlando?- chiede, accennando un sorriso. -La farò innamorare di me. Il ritardato Scott fa una risata, che poi si trasforma in una risata. Lo guardo con una faccia ostile mentre si stringe lo stomaco. -Di che diavolo stai ridendo?- gli chiedo avvicinandomi per colpirlo. -Dai, sembravi un completo stronzo- dice prima di ridere di nuovo. - Stupido- mormoro, mettendomi in posizione di boxe, iniziando a saltare da una parte all'altra. Capisce la mia intenzione e fa lo stesso. -E come pensi di farlo?- mi chiede prima di prendermi a pugni. Lo schivo e lo colpisco all'addome. Emette un gemito. -Comincio a parlare con Gigi in modo che diventi sua amica e parli bene di me -Approfitto del fatto che si china un po' e le tiro un altro pugno, stavolta colpendola sulla spalla. -Cosa ti fa pensare che Gigi ti ascolterà? -Scott si avvicina per colpirmi ma io lo schivo. Alzo un sopracciglio e sorrido in risposta alla sua domanda- Oh, che schifo!- esclama ridendo. Rido ad alta voce. Gigi ed io stiamo insieme da mesi. E non dico appuntamenti, ma cazzo. -Fa bene alle cose- mormoro prima di dargli un ultimo pugno e buttarlo a terra. Questo resta sdraiato, a lamentarsi, mentre io mi allontano verso gli spogliatoi. Raccolgo le mie cose e saluto Scott. Poi esco dalla palestra e prendo la bici per andare a casa di Gigi. Spero che sia di buon umore, perché altrimenti mi butterà fuori dal suo pavimento di merda. Non è male per essere situato nel centro di Middton, ma mostra che i soldi non le arrivano per più e non mi sorprende, perché ha un anno meno di me, ma mostra che ha quasi lo stesso coraggio. È stata indipendente per la maggior parte della sua vita e ha realizzato ciò che si proponeva di fare da sola, senza l'aiuto di nessuno, dal momento che i suoi genitori erano due drogati che sono finiti in prigione per contrabbando e non ha altra famiglia. Quindi sì, Gigi è tutto solo in questo mondo. La ricordo ancora quando l'ho vista per la prima volta. L'ho incontrata in uno dei miei primi incontri di boxe. Ha lavorato come ring girl ed era così sexy che non riusciva a smettere di guardarla. Ho ancora vinto, ma quando la partita è finita, ho visto uno dei suoi rappresentanti che cercava di abusare di lei in una delle sue stanze, così le ho rotto la faccia e l'ho portata a casa. Ci è voluto molto tempo per iniziare a dormire senza alcun impegno, ma il giorno in cui ha incontrato suo figlio di puttana, la mia fortuna è finita. E la verità è che devi amarlo moltissimo per mantenere una relazione con lui, dato che la conosco troppo bene per sapere che non le piacciono le relazioni stabili e meno con i ragazzi come lui. Una volta arrivato, parcheggio la moto, vado alla sua fattoria e tocco il telefono. A quanto pare si ricorda di me. - Gigi lascia la presa e comincia a mettere le cose nel cesto della lavatrice. La seguo. Ho bisogno che tu diventi sua amica e parli bene di me, così si innamorerà di lei e non mi denuncerà. mormorò - Non posso andare in prigione. Non adesso. Lei ride amaramente. -Nessuno si innamorerà di te, Azael. -Dice sinceramente.- Nessuno può innamorarsi di qualcuno che non sa amare- mormora guardandomi negli occhi. Questo le fa sentire l'ansia nel mio petto. So che ha ragione, ma non smetterò di provarci. L'ultima cosa di cui ho bisogno ora è andare in prigione. non posso permettere. - Non puoi nemmeno provarci? Non sarebbe male avere un amico con cui lamentarsi di quanto sia piccolo il tuo ragazzo. -Lei è più grande di te. -Lo difende- Rido forte. - Lo sai che...- mormorò, guardando in basso, poi alzando lo sguardo- È impossibile. -Va tutto bene- accetta finalmente, arrendendosi.- Ma lasciami in pace, non voglio più averti qui, mi fai impazzire. dice, raccogliendo i suoi capelli biondi in una coda di cavallo. -Domani, all'istituto, vieni da lei. E lei cerca di non sfuggirti, è una puttana premurosa. -Qualunque cosa tu dica- Risponde spingendomi verso la porta- Non avrei dovuto cambiare istituto. Arrivata alla porta, prova a chiuderla ma io la fermo con la mano. Guardo i suoi occhi blu che mi guardano e sorrido di traverso. -Che Mark Gibson è un bastardo per averti lasciato andare- dico prima di baciarla e chiuderle la porta in faccia. Rido ad alta voce dall'altra parte. Sento il cellulare vibrare in tasca e vedo che è un messaggio di Cara. Alle otto a casa mia ;) Faccio un respiro profondo, questa ragazza è insopportabile.
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