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JILL
Riuscivo a sentire il mio cellulare squillare in fondo alla borsetta, ma non avevo intenzione di togliere le mani dal volante per cercarlo, a prescindere da quanto impaziente fossi di rispondere. Non con la neve per strada. Gli ultimi centimetri erano freschi ed erano passati gli spazzaneve, ma non avevano usato il sale nè avevano grattato fino all’asfalto, per cui le strade di Raines sarebbero state una dura crosta di ghiaccio fino al disgelo primaverile, che non sarebbe arrivato se non prima di un altro paio di mesi.
Fu facile trovare un parcheggio per strada e vi accostai spegnendo il motore. Mi piacevano i nuovi modelli che permettevano di sincronizzare il cellulare all’auto per poter telefonare senza dover usare le mani, ma ciò non era possibile col mio SUV poco recente. Viaggiava, aveva il riscaldamento – il che era fantastico dal momento che le temperature rasentavano lo zero – ed era tutto mio, niente rate nè leasing.
Frugai nella borsetta e trovai il cellulare. Pensai che potesse trattarsi di Porter che mi voleva dire che avrebbe fatto tardi perchè arrivava dal lavoro a Clayton, ma invece era Parker Drew.
«Ci parlerai, vero?» mi chiese, senza preoccuparsi di rompere il ghiaccio con un “ciao”. «Non puoi tirarti indietro.»
Io roteai gli occhi. «Sì. Questa sera è la serata giusta.»
«Sembri un tantino nel panico.»
«Sono un tantino nel panico,» ammisi. «Cioè, perchè non dovrei esserlo? Non capita tanto spesso che un ragazzo si senta dire di non essere abbastanza e che una donna desideri lui e il suo migliore amico.»
«Nessuno dei due la penserà così,» controbatté lei.
Le farfalle nel mio stomaco mi dicevano il contrario. «Spero di no, ma potrei finire col non avere nessuno dei due.»
«Porter è un Duke e avere due uomini che rivendicano una donna è una cosa da Duke. Cioè, guarda me.»
«Tu ne hai tre,» la corressi. Usciva – un termine decisamente blando per ciò che faceva in realtà – con il cugino di Porter, Gus Duke, così come con altri due uomini, Kemp e Poe.
«Sei stata chiara con loro fin dall’inizio sul fatto che ti interessassero entrambi. Nessuno può cavarsela con l’uscire insieme a due uomini nello stesso momento in una cittadina delle dimensioni di Raines senza che l’altro lo venga a sapere.»
Io uscivo con Porter Duke e con Liam Hogan, il nuovo sceriffo della Contea di Raines. Sin dall’inizio, avevo detto loro di non volere nulla di serio. Nulla di esclusivo. Be’, io stavo uscendo esclusivamente con loro due, ma non insieme. Mi erano interessati entrambi sin da subito, insieme, ma non avevo idea di come dirglielo. Non ce l’avevo ancora, ma quella sera l’avrei fatto comunque.
Mi piacevano davvero. No, mi ero innamorata. Di brutto. Non solo di Porter o di Liam, ma di Porter e di Liam.
«Lavoro troppo per fare qualunque cosa a parte andarci piano,» le dissi. Facevo l’infermiera e lavoravo a tempo pieno all’ospedale. Tre turni da dodici ore in sala risveglio a inizio settimana, poi condividevo una posizione nell’ufficio di una dottoressa con una donna che aveva appena avuto un figlio e voleva ridursi le ore ad un part time. Dividerci quel lavoro di mezza giornata funzionava per entrambe, per cui ci lavoravo il giovedì e il venerdì. La dottoressa Metzger era bravissima e mi aveva parlato di proseguire i miei studi da infermiera, ma non ce l’avrei mai fatta. Non ne avevo il tempo, non ne avevo molto libero per fare altro a parte dormire, caricare la lavatrice e svolgere qualche commissione. Specialmente non avevo tanto tempo per un fidanzato... o due.
Mi piacevano un sacco Porter e Liam – per usare un eufemismo – e avevo voluto conoscerli entrambi. Erano stati entrambi aperti al divertimento, agli appuntamenti facili e al fatto che uscissi anche con l’altro. Nel corso degli ultimi mesi, separatamente, eravamo usciti a cena, a fare delle passeggiate, perfino a giocare a bowling. Erano entrambi uomini affascinanti, intelligenti e di successo – e anche sexy – ed io li volevo entrambi. Tutto ciò che facevamo non faceva che confermarlo. Parker e i suoi uomini erano la prova che potevo avere sia Porter che Liam, che il mio cuore non doveva accontentarsi. E lei non era l’unica. Ava, che gestiva il Seed and Feed, era fidanzata con Colton Ridge e Tucker Duke, un altro dei cugini di Porter. Due uomini.
«Tesoro, i ghiacciai avanzano più rapidamente di te,» aggiunse Parker.
Mi accigliai di fronte alle sue parole, per quanto non potesse vedermi. Eravamo state amiche da piccole, ma avevamo perso i contatti nel corso degli anni. Lei era tornata in città qualche mese prima per rimpiazzare temporaneamente lo sceriffo e ci eravamo ritrovate. Il fatto che fosse stata il capo di Liam per un paio di mesi prima che venisse eletto lui per quel posto, e il fatto che uscisse pure lei stessa con Duke, le faceva credere di essere un’esperta della mia vita amorosa.
«Un conto è uscire senza impegno con due uomini insieme, ma c’è un limite all’andarci a letto insieme,» replicai.
«A meno che non lo si faccia letteralmente insieme.»
Mi scaldai all’idea di trovarmi in mezzo a Liam e Porter. Ci avevo fantasticato, mi ero toccata ed ero venuta all’immagine mentale del trovarmi a letto con quei due uomini virili. Avevo perfino fatto un paio di acquisti discreti online comprando qualche plug anale per vedere come sarebbe stato. Come sarebbe stato scoparmi due uomini nello stesso momento, uno nella figa e l’altro nel culo? Uno moro, l’altro biondo. Grandi mani significavano grandi cazzi, ed io mi agitai sul sedile sperando che avrei potuto confermare quell’ipotesi con loro. Magari quella sera.
«Esattamente. Ecco perchè ci troviamo al Cassidy, così posso dirgli di voler stare con loro. Insieme. Basta con le uscite senza impegno.»
«Bene, perchè senza dubbio quei due ne hanno le palle piene, letteralmente.»
«Ti preoccupi per loro? E io? Hai visto quei due? Sono uscita con due fighi e non ho fatto nulla più che baciarli.»
«È solo colpa tua,» controbatté lei. «Se gliene avessi parlato settimane fa, non ho dubbi che te li saresti portati a letto entrambi, ormai.»
Io emisi un buffo piagnucolio, sentendomi un po’ preoccupata, un po’ solidale e un po’ d’accordo. Tuttavia ero ancora in dubbio, temevo ancora che avrebbero riso quando avessi detto loro la verità. Non ero abituata al trovare uomini che volessero assumersi un impegno. Mio padre era fuggito via quando ero piccola, lasciando mia madre da sola a prendersi cura di due figli con poche opportunità di lavoro. Mio fratello era diventato proprio come lui: egoista e irresponsabile. Fare affidamento sugli uomini non faceva per me. Forse era per quello che mi ci era voluto così tanto anche solo per provare a dire a Porter e Liam che cosa desiderassi. Era più facile non averli nella mia vita, ma loro non erano affatto come gli uomini che conoscevo. Loro erano... buoni. Gentiluomini in tutto e per tutto.
Tuttavia, se se ne fossero andati come mio padre... la cosa mi avrebbe distrutta.
Parker rise. «Sistema la cosa. Ho visto come ti guardano. Gli piaci. Sul serio. Concedi una pausa al tuo vibratore e fallo sul serio. Con entrambi.»
Con entrambi mi sembrava meraviglioso. Non ero mai stata con due uomini prima di allora. La mia tecnica a letto si limitava praticamente alla missionaria e ad un paio di altre posizioni non da Kama Sutra. E gli orgasmi. Potevo anche essere stata con un paio di ragazzi, ma dovevo toccarmi un po’ il clitoride da sola per riuscire a venire. Prendermi due cazzi in una volta sola andava ben oltre il mio livello di conoscenze. Solo perchè non avevo avuto tanta esperienza, però, non significava che non avessi fantasticato su altro... che non avessi letto libri erotici in proposito. Tuttavia, volevo provarci in ogni caso. Con Porter Duke e con Liam Hogan. Volevo tutto con loro.
Con il motore spento, l’abitacolo si stava raffreddando in fretta, ma il pensiero di stare con quei due mi tenne al caldo. Baciarli era già stato abbastanza eccitante. E ci eravamo baciati in bocca. Cosa avrebbero potuto fare in altri punti del mio corpo? Nello stesso momento?
Lanciando di nuovo un’occhiata fuori dal finestrino, vidi Porter che mi veniva incontro lungo il marciapiede. Il mio cuore perse un battito nel vederlo. Grande, tanto da poter oscurare il sole. A differenza di suo cugino, Duke, che era di stazza simile e gareggiava nel rodeo professionistico, Porter aveva ottenuto una borsa di studo al college per via del football. Poteva anche essersi lasciato quei giorni da difensore alle spalle quando si era diplomato ed era andato a scuola di legge, ma non aveva perso la stazza. Non indossava un cappotto, nemmeno nelle serate più fredde, dicendo di essere come una fornace e di non averne mai bisogno.
I suoi capelli scuri facevano capolino al di sotto di un cappello da cowboy. Mi vide e mi sorrise e, perfino da quella distanza, riuscii a vedere la sua fossetta.
Dio, ero cotta. Stracotta. Non mi ero mai sentita in quel modo con nessun altro... a parte Liam. Non ero mai stata innamorata prima, ma mi sembrava decisamente che il sentimento fosse quello. Avevo la sensazione che lui provasse la stessa cosa per il modo in cui mi guardava, il modo in cui mi parlava... semplicemente mi veniva voglia di appoggiarmi a lui e stringerlo, lasciare che si prendesse cura di me. Lui voleva un impegno da parte mia più grande di quello che ero stata in grado di concedere fino a quel momento. Non che fossi il tipo da conservarmi fino al matrimonio, perchè non lo ero, ma avevo bisogno di sentirmi sicura.
Lanciando un’occhiata nello specchietto retrovisore, vidi Liam Hogan sopraggiungere lungo il marciapiede dalla parte opposta. Dio, il cuore mi si strinse nel vedere anche lui. Rilassato e sereno, quel biondino aveva un sorriso facile e un’indole generosa. Protettivo al massimo. Ed era pessimo a bowling. Aveva anche degli occhi azzurri che mi guardavano con una passione tale da rovinarmi le mutandine. E un uomo in uniforme... Mi faceva sentire cose. Amavo anche lui. Dio, era vero. Avrei voluto sedermi in braccio a lui e non alzarmi mai più.
Dal momento che ero uscita con entrambi, però, mi ero rifiutata di fare altro a parte baciarli. Tuttavia, quando l’alchimia era stata alle stelle, era stato mooooolto difficile. Non sarebbe stato giusto fare di più con l’uno o con l’altro e avrei avuto la sensazione di tradirli. Non volevo farli aspettare, ma li volevo entrambi. E quella sera, le cose dovevano cambiare. Basta appuntamenti. Basta uscite senza impegno.
Gli uomini si fermarono davanti alla mia macchina, spalla contro spalla, guardando me. Io deglutii. Era la prima volta che li vedevo assieme. Erano uomini grandi e grossi e mi desideravano entrambi. Con un po’ di speranza, dopo la nostra chiacchierata, avrebbero continuato a volermi. Scacciai via ogni pensiero riguardo a mio fratello.
Era il momento. Mi morsi un labbro per reprimere una risatina stupida. Due uomini. Li volevo entrambi. Insieme. Ed era arrivato il momento di dirglielo.