– Qualche fattoria d’infimo ordine! – Ha prati, vigneti... – Miserie! – concluse il giovane con aria sprezzante. – Se il babbo vostro disponesse appena di ventiquattromila franchi di rendita, avreste questa camera fredda e nuda? – E alzò il piede sinistro, indicando il vecchio forziere, come per nascondere quel che pensava. – Là saranno conservati i miei tesori, non è vero? – Andate a letto – disse la ragazza, impedendogli di entrare nella stanza in disordine. Carlo uscì nel corridoio e un sorriso scambievole fu il loro saluto. Ambedue s’addormentarono in braccio al medesimo sogno, e il figlio sventurato sentì da allora qualche sollievo al suo dolore. * * * La mattina seguente, quando la signora Grandet scese, prima di colazione, vide sua figlia passeggiare col cugino. Egli era anc