12. Quando Jayde entrò nella stanza, trovò Argent dentro il mio letto. Dormiva, ero io quella sveglia. Lui era steso su un fianco, vicino al mio corpo, ma non a contatto. La sua testa era sul mio stesso cuscino e sentivo il suo fiato sulla guancia ogni volta in cui respirava. Era una bella sensazione. «Papà! Sei pazzo, che cosa fai?» sbottò Jayde. Argent sbatté piano le palpebre. «È stato attento a non scontrarmi» dissi io. Argent sembrò mettermi a fuoco e i suoi occhi si fecero liquidi. Mi chiesi se avrebbe continuato così per molto, a sfiorare le lacrime ogni volta in cui mi guardava. Si allungò verso di me. Le sue labbra si posarono sulla mia tempia. «Qua non ha nemmeno un livido. Ho controllato». «Non pensi di essere un po’ invadente?» disse Jayde, spostando una poltrona e sede