III. Incontro al Giardino Botanico Il giovane Jolyon, la cui condizione non era quella di un Forsyte, trovava qualche volta difficile mettere da parte la somma sufficiente per le sue scorribande tra la natura, ricerche senza le quali un pittore non può appoggiare i suo pennelli sul cartone. Spesso era obbligato a portare la sua scatola di colori al Giardino Botanico e là, sul suo seggiolino pieghevole all'ombra di un'araucaria o d'un banano, passava molte ore lavorando. Un critico d'arte, che aveva visto di recente i suoi acquarelli, aveva fatto queste considerazioni: «i vostri acquarelli sono molto belli, da un punto di vista, c'è colore, in qualcuno ci sono toni molto delicati e c'è anche vera sensibilità. Ma quello che non funziona è l'insieme, non sarà mai ammirato dal pubblico. Se a