CAPITOLO 1

981 Words
Udisco il suono degli uccelli, che in coro, intonano il loro cinguettio e con l'audir di ciò inizio ad aprire gli occhi. Vedo la luce trapelare dalle persiane. È mattina. Vedo l'ora sono le sei e trenta minuti di mattina. Entra nella mia camera mio padre. Papà: Victoria svegliati oggi dobbiamo andare alla casa al mare! Già te ne sei dimenticata?!? Su su, alzati!! Victoria:papà altri 5 minuti! e per non sentire più la sua voce così squillante, francamente faccio fatica a capire come una persona possa avere una voce così di prima mattina, mi copro la faccia con il cuscino Papà:no alzati subito e preparati! Victoria: okay, mi alzo! Papà: sbrigati, non voglio venire a svegliarti di nuovo! e se ne va. Quanto può essere così seccante essere svegliati così, di punto in bianco e in maniera così rumorosa. Ma solo io la mattina faccio fatica a mettere due parole insieme e ho poca voglia di dialogare con le persone? Mi alzo e apro le finestre. Entra dalla mia camera un sole bellissimo, talmente abbagliante che devo coprire i miei occhi con le mani. Però amo così tanto le giornate di sole, mi mettono di buon umore. La luce del sole illumina gli occhi, ti fa venir voglia di fare tante cose, ti fa venire il sorriso, la voglia di vivere. Mi guardo attorno fino fino fissare le mie valigie, che sono ben sistemate in un angolo della mia stanza e ne sono un bel po'. Si, sono quella ragazza che ha tante cose da portare, tra trucchi, creme per la pelle e per la mia skin care, prodotti per capelli, vestiti, scarpe, accessori, cose giornaliere e sono tutte ben sistemate per categoria. Si sono amante dell'ordine e della sistemazione. La maggior parte delle cose in valigia le ho sistemate io perchè odio vedere il disordine e una marasma di cose messe totalmente a caso. Amo avere il controllo su tutto. Mi vesto e mi metto dei pantaloncini corti di jeans, una canotta bianca e le mie scarpe nike air force alte, che contrariamente a tutti, mantengo sempre pulite e sono sempre bianche. Metto giusto un po' di mascara e burro cacao, perché tanto dovrò stare al mare e lascio i miei capelli castani scuro con degradeè chiaro, al naturale e sciolti. Metto le mie valige e anche altre della casa, nella mia macchina, perché giustamente in una sola macchina non entra tutto e fortunatamente sono abituata a fare viaggi lunghi e diciamocelo, so portare bene la macchina, dopo tanta pratica con papà. Papà: sei pronta? Hai messo tutto nella macchina? Victoria: si papà Papà: sei sicura di voler guidare per tutto questo viaggio? Sai che è lontana la destinazione e sarà un viaggio lungo Victoria: papà mi conosci bene, sai quali siano le mie prestazioni da guida, non preoccuparti, me la caverò Papà: è come dire al cielo di non essere azzurro, mi preoccupo sempre per te lo sai Victoria:lo so papà, tranquillo Gli do un bacio sulla fronte per rassenerarlo e vado in macchina. A me piace tanto guidare, con la musica soprattutto. Mi dà un senso di potere, comando assurdo, soprattutto quando il finestrino è abbassato, la brezza di guidare ad alta velocità, vento tra i capelli, brividi che sanno di libertà. Il panorama che scorre lungo le bellissime strade di mare mentre guido sono spettacolari. Mi rilassa tanto, guidare mi piace...la ricerca della prestazione, la velocità, le traiettorie, dover decidere in una frazione di secondo, anticipare le situazioni, i sensi acuiti ed i riflessi accelerati, il sottile equilibrio fra la prestazione e la tenuta di strada, la libertà, l'autonomia... Emozioni che fanno alzare le pulsazioni e che gratificano l'autostima. Per non parlare, poi, dell'adrenalina che si produce quando scampi l'incidente per un soffio, l'ebbrezza di aver fatto una manovra difficile ed averla fatta bene...Nulla mi fa sentire così viva come guidare, restare in bilico fra il rischio e la sicurezza, correre verso l'ignoto senza paura. Difficilmente ho paura di qualcosa. Dopo tre ore e trenta minuti di viaggio, arriviamo. La casa è grandissima sembra una villa, con piscina, terrazzo, lato palestra, la tavernetta. C'è tutto. Entro in casa e sistemo tutte le valigie e pulisco un po' in giro. Ormai ci vengo qui da anni, da quando papà ha deciso di acquistare questa casa, a Gallipoli. Per me è un po' come una seconda casa, qui ci sono tutte le mie amicizie estive, i bei ricordi, le sfrenate, il divertimento, la gioia allo stato puro. Diciamocelo, l'estate è l'estate, è la cosa più bella che possa esistere. Le giornate si allungano, soprattutto le canzoni estive ti danno quella motivazione in più, ti riempiono di euforia, la musica è sempre un'ottima compagnia. I ricordi, i momenti più belli nascono sempre in estate, quelli che rimangono indelebili. Quando senti il sole bruciare sulla pelle in quelle giornate d'estate di caldo afoso. È tutto spettacolare. La pelle si scurisce, le bibite diventano ghiacciate e le serate più armoniose. L'estate è una vita da vivere. È ora di pranzo. Mi accorgo che non c'è nulla da mangiare e decido ad andare al supermercato per comprare qualcosa. Victoria:papà vado al supermercato a comprare qualcosa per pranzo, tu preferisci qualcosa? Lui è indaffarato a sistemare la piscina e cose tecniche della casa di cui non ci capisco un emerito nulla. Papà: Vicky decidi tu, tranquilla, vedi tu cosa comprare Victoria: va bene papà, io vado Mi accingo a prendere l'auto e mi dirigo al supermercato. Strada facendo, all'improvviso mi ritrovo un ragazzo davanti con la bici e mi prendo un colpo perché potevo anche investirlo. Accidenti, cavolo ma una persona non può fare attenzione quando sta in strada?!? Io capisco, mi rendo conto che alcune volte sono spericolata con l'auto ma faccio ben attenzione a non fare nessun tipo di incidenti. Non voglio portarmi nessuno sulla coscienza. Mi fermo e scendo dall'auto..
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