Mi appoggiai alla porta, gemendo. Lui insistette fino a mettermi dentro la prima falange, ridendo sottovoce. «Apri quella porta, tesoro... ieri abbiamo lasciato qualcosa in sospeso». Riuscii ad aprire la serratura. La punta del suo medio era lì, dentro al mio buchetto, e io dovetti usare tutto il mio autocontrollo per non iniziare a godere ad alta voce. Entrammo. A ogni passo il suo dito mi ricordava la sua presenza. Era fastidioso... ed eccitante come la morte. Riley si chiuse la porta alle spalle con un piede e mi infilò lentamente tutto il dito dentro. Mi piegai, gemendo forte. Ero bagnata, tremavo per il desiderio e il piacere, là dietro, diventava sempre più forte. «Sgrillettati, tesoro. Andiamo nella tua camera». Gli lanciai un’occhiata dubbiosa e lui mi rispose con un’espress