«Uno dei miei amici affamati, costretti all’astinenza, scandagliava a prua proprio sotto di me. Quel battello era fatto come una chiatta pontata. Sul ponte c’erano due casette in legno di tek, con porte e finestre. La caldaia si trovava a prua e le macchine a poppa. Il tutto era ricoperto da un tetto leggero, sostenuto da quattro puntali. Il fumaiolo sbucava dal tetto, e proprio davanti al fumaiolo una stretta cabina, costruita con assi sottili, fungeva da cabina di pilotaggio. Conteneva una cuccetta, due seggiolini da campo, una Martini-Henry carica in un angolo, un minuscolo tavolino e la ruota del timone. Sul davanti un’ampia porta e due larghi portelli ai lati. Porta e portelli, naturalmente, erano sempre spalancati. Io passavo le mie giornate lassù, appollaiato all’estremità prodiera