8 IAN «Come avete fatto a riservare la carrozza tutta per noi?» domandò Emma, il suo corpo che si spostava e ondeggiava seguendo i movimenti per nulla ammortizzati della diligenza. Era seduta di fronte a noi, la postura eretta, le mani strette decorosamente in grembo. Non era stata decorosa un’ora prima. L’unico segno esteriore che fosse stata appena scopata era un leggero rossore sulle guance. «Soldi,» risposi io. Le ante in cuoio erano aperte solamente su un paio delle finestre per minimizzare la polvere e all’interno faceva caldo. Noi tre eravamo soli, un bel gruzzolo all’autista ci aveva assicurato privacy per tutta la durata del viaggio, non che ci fosse molto spazio per altri passeggeri. Emma indossava un abito in seta blu, il corsetto con lo scollo abbastanza basso da mostrare i