8. «Non dire che un campione di DNA ce lo procuri tu» disse Mitch, non appena Almond alzò lo sguardo dal rapporto di Jenkins. Erano in quattro, nella piccola sala riunioni della BSU, i due agenti dell’FBI attorno alla scrivania, Almond sul divano e Smith che si confondeva sullo sfondo. Mitchell iniziava a rendersi conto che il suo era un vero e proprio talento. «No, non ve lo procuro di sicuro» ribatté Almond, in tono stanco. «E, bada, mi ha invitata a cena apposta per vedermi provare e dimostrare di essere più furbo di me. A certi giochi non inizio nemmeno a giocarci». «Quanta saggezza, all’improvviso» sorrise lui. Almond si grattò il collo. Il maglione dolcevita le irritava la pelle. «Non possiamo escludere che non c’entrino nulla». Mitch sospirò e si sedette sull’angolo della sc