7 REBECCA Mi stava praticamente canticchiando nell’orecchio, mentre entrambi si lavoravano la mia figa in un modo che mi rese agitata; strizzai gli occhi, il volto contorto per la disperazione, un bisogno dentro di me così grande che riuscivo a malapena a sopportarlo. «Io... non so come. Cos’è...? Dash, ti prego!» Entrambi gli uomini dovevano aver percepito la mia frustrazione, poiché le due dita dentro di me si arricciarono e mi sfregarono contro i muscoli, toccando un punto, un qualche punto sensibile che mi fece spalancare gli occhi e mozzare il respiro. Il piacere mi travolse mentre guardavo Dash sorpresa. Fu come i fuochi d’artificio che avevo visto ad un ballo a Londra, focosi e brillanti, pieni di scintille. Mi sopraffece, e tutto ciò che riuscii a sentire fu il mio fiato corto,