Aveva fatto non più di qualche metro quando, all’altezza dell’attraversamento pedonale di via De Amicis, andò a sbattere contro un uomo. Un ometto dal fisico minuto infagottato in un cappotto troppo grande, i capelli bianchi e il viso rugoso sul quale spiccava un naso voluminoso. Poteva avere una settantina d’anni.
«Abbia pazienza. Ero sopra pensiero», si scusò Ardeani.
L’uomo lo guardò con evidente sorpresa. Aveva sottobraccio una pila di libri stretti da una cinghia elastica, di quelle che usavano gli studenti negli anni Settanta.
«Toh, guarda chi si vede», disse Batti.
«Come dice, scusi?».
«Non si ricorda di me? Non si preoccupi. Neppure io sulle prime ci sono riuscito. Ho impiegato una notte intera per ricordare dove l’avevo già vista».
«Credo che lei stia sbagliando persona», ta
