CAPITOLO VIII

1062 Words
CAPITOLO VIII La signora Jennings era una vedova fornita d’una cospicua dotazione maritale. Aveva soltanto due figlie, le aveva rispettabilmente sposate entrambe, e non le restava altro da fare che mandare a nozze tutto il resto del mondo. Nel promuovere la sua missione era zelantissima, fin dove giungevano le sue possibilità, e non perdeva nessuna occasione di progettar matrimoni fra tutti i giovani di sua conoscenza. Notevolmente sveglia nello scoprire le simpatie, aveva goduto di accendere il rossore e la vanità di molte e svariate signorine mediante insinuazioni sul loro potere su tale o talaltro giovanotto; e questo genere di discernimento le permise, appena arrivata a Barton, di dichiarare fermamente che il colonnello Brandon era innamoratissimo di Marianne Dashwood. L’aveva sospettato fin dalla prima sera che avevano trascorso insieme per l’attenzione con cui aveva ascoltato quando ella cantava per loro; e, allorché la visita fu ricambiata e i Middleton pranzarono al villino, il fatto fu accertato dall’attenzione con cui l’aveva ascoltata di nuovo. Sì, era così. Ne era perfettamente convinta. Sarebbe stato un ottimo matrimonio, perché lui era ricco, e lei era bella. La signora Jennings bramava di veder il colonnello ben accasato sin da quando la parentela con sir John l’aveva portata a fare la sua conoscenza, ed era sempre desiderosa di trovare un buon marito per ogni bella ragazza. Per lei, poi, il vantaggio immediato non era certo trascurabile perché le forniva l’occasione di bersagliarli d’interminabili motteggi. Alla villa stuzzicava il colonnello e al villino stuzzicava Marianne. Al primo, i suoi frizzi riuscivano, in quanto riguardavano lui solo, perfettamente indifferenti; alla seconda sembrarono dapprima incomprensibili, e quando ne afferrò l’oggetto, non seppe se riderne come di un’assurdità o censurarli come un’impertinenza, perché li considerava crudeli, data l’età avanzata del colonnello e il suo triste stato di scapolone. La signora Dashwood, la quale non poteva considerare un uomo di cinque anni più giovane di lei così straordinariamente anziano come appariva alla giovanile immaginazione di sua figlia, tentò di assolvere la signora Jennings dal sospettato intento di aver voluto mettere in ridicolo il colonnello. “ Ma almeno, mamma, non negherà che sia una malvagità assurda, anche se non intenzionale. Certo il colonnello Brandon è più giovane della signora Jennings, ma abbastanza vecchio per essere mio padre; e se mai un giorno è stato tanto animato da innamorarsi, deve aver superato da tempo qualunque suscettibilità del genere. È proprio ridicolo! Quando sarà al sicuro, un uomo, da questo genere di spiritosaggini, se non lo proteggono nemmeno l’età e le infermità?”. “ Le infermità!” Esclamò Elinor. “Chiami il colonnello Brandon un infermo? Posso capire che la sua età sembri molto più avanzata a te che alla mamma, ma vedi benissimo anche tu che ha tutto l’uso delle sue membra!”. “ Non lo hai udito lamentarsi di reumatismi? E non è questa la più comune infermità del declinar della vita?” “ Allora, tesoro mio,” disse la madre ridendo, “devi essere in continuo terrore per il mio declinare, e deve sembrarti un miracolo che la mia vita si sia protratta fino all’avanzata età di quarant’anni.” “ Mamma, lei mi fa torto. So benissimo che il colonnello Brandon non è tanto vecchio da far temere ai suoi amici di perderlo secondo la legge di natura. Può vivere benissimo altri vent’anni. Ma a trentacinque anni non si ha più niente a che vedere col matrimonio.” “ Forse,” osservò Elinor, “sarebbe bene che trentacinque e diciassette non avessero niente a che vedere col matrimonio fra loro. Ma se per un caso qualunque vi fosse una donna ancora nubile a ventisette o ventotto anni, non credo che i trentacinque del colonnello Brandon costituirebbero un impedimento alle loro nozze.” “ Una donna di ventisette o ventotto anni,” dichiarò Marianne dopo un momento di silenzio, “non ha più speranze di trovare o d’ispirare un affetto, e se la sua casa non le conviene o la sua fortuna è troppo modesta, immagino che si decida ad adattarsi al compito d’infermiera, per usufruire del mantenimento e della sicurezza offerti dallo stato coniugale. Non ci sarebbe nulla di male, perciò, che il colonnello sposasse una donna simile. Si tratterebbe di un patto di convenienza, e la società sarebbe soddisfatta. Agli occhi miei non sarebbe affatto un matrimonio, ma soltanto un affare in cui ciascuno desidera di procurarsi un vantaggio a spese dell’altro.” “ Sarebbe impossibile, lo so,” replicò Elinor, “convincerti che una donna di ventisette o ventott’anni possa provare tanto affetto per un uomo di trentacinque da essere un’augurabile compagna per lui; ma non posso non protestare quando ti sento condannar il colonnello Brandon e sua moglie a starsene chiusi in perpetuo in una camera d’infermo soltanto perché ieri (giornata molto umida e fredda) gli è capitato di lamentare un leggero dolore reumatico a una spalla.” “ Ma ha parlato di panciotti di flanella!” Ribatté Marianne. “E per me un panciotto di flanella è invariabilmente collegato a dolori, crampi, reumatismi e a tutti gli acciacchi che affliggono i vecchi e i cagionevoli.” “ Se avesse avuto un violento attacco di febbre non lo avresti disprezzato così! Confessa, Marianne, non c’è qualche cosa d’interessante per te nelle guance infossate, negli occhi ardenti e nelle rapide pulsazioni della febbre?”. Subito dopo, quando Elinor fu uscita dalla stanza: “ Mamma,” cominciò Marianne, “a proposito di malattie sono preoccupata di una cosa che non posso nasconderle. Sono sicura che Edward Ferrars non stia bene. Stiamo qui da quindici giorni, e non è venuto ancora. Solo una grave indisposizione può esser causa di un così straordinario ritardo. Che altro può trattenerlo a Norland?”. “ Pensavi che sarebbe venuto così presto?” Chiese la signora Dashwood. “Io no. Anzi, se ho provato qualche dubbio in proposito è stato ricordando che quando lo invitai a venire a Barton non ne sembrò molto contento e dimostrò un certo imbarazzo. Elinor lo aspetta di già?”. “ Non gliene ho mai parlato, ma certo deve aspettarlo!”. “ Credo proprio che ti sbagli, perché ieri, quando dicevo con lei di mettere un caminetto nella camera degli ospiti, ha osservato che non ce n’era necessità immediata, perché è molto improbabile che si abbia bisogno di quella stanza, per parecchio.” “ Com’è strano tutto questo! Che vorrà dire? Ma tutto il loro comportamento scambievole è stato inesplicabile! Come sono stati freddi, composti, i loro ultimi addii! Com’era fiacca la loro conversazione, l’ultima sera che trascorsero insieme! Edward non fece distinzione fra Elinor e me: i suoi saluti furono per entrambe l’espressione di un affetto fraterno. L’ultima mattina li lasciai soli di proposito, ben due volte, e lui, nel modo più inspiegabile, mi seguì sempre fuori della stanza. Ed Elinor, staccandosi da Norland e da Edward, non pianse con me. Anche adesso si domina invariabilmente. Quando mai è abbattuta o malinconica? Quando mai cerca di evitare la compagnia o sembra trovarcisi insoddisfatta o a disagio?”.
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