Fu una ben triste conversazione quella che avemmo per tutto il resto di quella settimana. Io arrossivo quando lo guardavo, e ad ogni istante rifacevo la stessa osservazione sconsolata. «Che succederà se adesso avrò un figlio? Che sarà allora di me?» Lui mi consolò dicendomi che, finchè gli avrei voluto bene io, altrettanto me ne avrebbe voluto lui; e aggiungeva che, poichè ci eravamo ormai spinti a quel punto (dove, per la verità, lui non aveva mai inteso arrivare), se io avessi avuto un figlio, lui si sarebbe preso cura di lui e di me. Questo ci calmò entrambi. Io gli assicurai che, se restavo incinta, ero pronta a rischiare la vita per fare a meno della levatrice, piuttosto che fare il suo nome come padre del bambino; lui mi assicurò che non mi sarei mai trovata, se restavo incinta, in u