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2002 Words
Harriet era troppo assorta nei versi per ascoltare. Le venivano in mente i paragoni più lusinghieri. «Una cosa è,» disse a questo punto, con le guance in fiamme, «possedere giudizio in un modo ordinario, come ogni altro, e se c’è qualcosa da dire sedersi a tavolino e scrivere una lettera, «dire né più né meno che quel che si deve, succintamente; e altra cosa è scrivere versi e sciarade come questa.» Emma non poteva desiderare un più vivace rifiuto della prosa di Mr. Martin. «Versi così dolci!» Continuò Harriet, «quegli ultimi due! Ma come potrò mai restituire questo foglio, o dire che l’ho trovato?... Oh, Miss Woodhouse, che possiamo fare?» «Lasciate fare a me. Voi non fate nulla. Lui sarà qui stasera ci scommetto, e allora glielo renderò, e tra noi sarà detta qualche sciocchezza, e voi non vi comprometterete. I vostri occhi teneri sceglieranno il loro momento per “scoccare”. Fidatevi di me.» «Oh! Miss Woodhouse, che peccato che non posso trascrivere nel mio libro questa bella sciarada! Sono sicura che non ce n’ho una che valga la metà di questa.» «Omettete i due ultimi versi, e non c’è ragione perché non dobbiate trascriverla nel vostro libro.» «Oh, ma quei due versi sono...» «... I migliori di tutti. D’accordo... per godimento personale; e per godimento personale teneteli. Non cessano di essere scritti se li staccate, sapete. Quella chiusa seguita a esistere, e il suo senso non cambia. Ma toglietela, e ogni riferimento personale cessa, e rimane una graziosa sciarada galante, che potrebbe entrare in ogni collezione. Credetemi, non gli piacerebbe di vedere la sua sciarada tenuta in poco conto, più di quel che non gli piacerebbe veder tenuto in poco conto il suo ardore. Un poeta innamorato deve ricevere incoraggiamento nella sua duplice veste, o in nessuna delle due. Datemi il libro, io la trascriverò, e allora non ne può venire a voi alcun pregiudizio.» Harriet si rimise all’amica, benché la sua mente non riuscisse a separare le due parti in modo da sentirsi sicura che la sua amica non copiava una dichiarazione d’amore. Sembrava un’offerta troppo preziosa per ricevere qualsiasi grado di pubblicità. «Non lascerò mai che quel libro s’allontani dalle mie mani,» disse. «Benissimo,» rispose Emma, «sentimento quanto mai naturale; e più dura, più ne sarò lieta. Ma ecco che viene mio padre: non vi opporrete che io legga la sciarada a lui. Gli procurerà tanto piacere! Adora le cose del genere, specialmente ogni cosa che sa d’omaggio al bel sesso. Egli ha il più tenero spirito di galanteria verso noi tutte! Dovete permettermi di leggergliela.» Harriet prese un’aria grave. «Mia cara Harriet non dovete sottilizzare troppo su questa sciarada. Tradirete i vostri sentimenti in modo inopportuno, se vi mostrate troppo consapevole e troppo corriva, se sembrate annettere più peso, o magari tutto il peso che può venire annesso alla sciarada. Non lasciatevi sopraffare da sì piccolo tributo d’ammirazione. Se egli fosse stato ansioso di mantenere il segreto, non avrebbe lasciato il foglio mentre io mi trovavo lì accanto; ma anzi lui lo spinse piuttosto verso di me che verso di voi. Non pigliamo queste faccende troppo sul serio. Egli ha abbastanza incoraggiamento per continuare, senza che noi si spiri l’anima su questa sciarada.» «Oh, no!... Spero di non mostrarmi ridicola a questo riguardo. Fate come vi piace.» Entrò Mr. Woodhouse, e ben presto riportò il discorso su quel tema, ripetendo la sua frequentissima domanda: «Ebbene, mie care, come procede il vostro libro? Avete trovato nulla di nuovo?» «Sì, papà, abbiamo da leggerti qualcosa, qualcosa di interamente nuovo. Questa mattina è stato trovato sul tavolo un foglio (lasciato cadere, supponiamo, da una fata) contenente una graziosissima sciarada, e abbiamo appena finito di copiarla nel libro.» Emma la lesse a lui, nel modo in cui gli piaceva di sentirsi leggere, lentamente e distintamente, e a due o tre riprese, con spiegazioni di ogni parte via via che procedeva; ed egli rimase molto soddisfatto, e, come lei aveva previsto, particolarmente colpito dalla chiusa complimentosa. «Proprio giustissimo, e detto a meraviglia. E quanto vero! “E regna sol la donna, sol la bella.” E una sciarada così graziosa, mia cara, che posso agevolmente indovinare che fata l’ha portata. Nessuno avrebbe potuto scrivere così leggiadramente se non tu, Emma.» Emma fece solo un cenno col capo, e sorrise. Dopo un momento di riflessione, e un tenerissimo sospiro, egli aggiunse: «Ah, non è difficile vedere da chi hai preso! La tua cara mamma riusciva così bene in tutte queste cose! Oh, se io avessi solo la sua memoria! Ma non so ricordare niente; neanche quell’indovinello di cui mi hai sentito parlare; posso solo rammentarmi la prima strofa; e ce ne sono parecchie: Kitty, vaga ma gelida donzella, accese lamentevole fiammella; al fanciul col cappuccio io chiesi aiuto, sebbene l’approccio su fosse temuto, così fatale al mio candor. E questo è tutto quello che io riesco a rammentare, ma l’indovinello è ingegnoso da cima a fondo. Ma credo, mia cara, che tu m’abbia detto d’averlo.» «Sì, babbo, è trascritto nella nostra seconda pagina. L’abbiamo copiato dagli Estratti eleganti. Era di Garrick, sai.» «Sicuro, verissimo. Come mi piacerebbe ricordarmene di più! Kitty, vaga ma gelida donzella. Il nome mi fa pensare alla povera Isabella; perché per poco essa non fu battezzata Catherine3 col nome della nonna. Speriamo d’averla qui la settimana prossima. Hai pensato, mia cara, dove metterla... e che stanza assegnare ai bambini?» «Oh, sì! Lei avrà la sua propria camera, naturalmente la camera che ha sempre; e pei bambini c’è, naturalmente, la stanza dei bambini, come al solito, insomma. Perché ci dovrebbero essere cambiamenti?» «Non so, mia cara, ma è passato tanto tempo da quando venne qui! Almeno dalla Pasqua scorsa, e allora rimase soltanto per pochi giorni. È un grande inconveniente che Mr. John Knightley sia un avvocato. Povera Isabella! È proprio triste che sia tenuta così lontano da noi tutti! E quanto le dispiacerà, quando viene, di non trovar più qui Miss Taylor!» «Almeno, babbo, non resterà sorpresa.» «Non lo so, cara. Quanto a me, io certo rimasi sorpreso la prima volta che sentii che si sposava.» «Dobbiamo invitare a pranzo Mr. e Mrs. Weston mentre Isabella è tra noi.» «Sì, cara se c’è tempo... Ma,» con tono molto abbattuto, «essa vien solo per una settimana. Non ci sarà tempo per nulla.» «È un peccato che non possa restare di più, ma sembra un caso di forza maggiore. Mr. John Knightley deve esser di nuovo a Londra il ventotto, e dobbiamo esser grati, babbo, d’aver noi tutto il periodo di tempo che essi possono passare fuori di città, e che due o tre giorni non ci son tolti per l’Abbazia. Mr. Knightley promette di rinunziare al suo diritto per questo Natale... sebbene, lo sai, è trascorso più tempo da quando essi sono stati da lui che da noi.» «Sarebbe davvero un gran dispiacere, mia cara, se la povera Isabella dovesse soggiornare altrove che a Hartfield.» Mr. Woodhouse non voleva ammettere che Mr. Knightley avesse diritti sul fratello, o che altri oltre lui ne avesse su Isabella. Pensò un po’, poi disse: «Ma non vedo perché la povera Isabella dovrebbe essere obbligata a tornar via così presto, anche se lui lo deve. Credo, Emma, che tenterò di persuaderla a restare più a lungo con noi. Lei e i bambini potrebbero restare benissimo.» «Ah, babbo, questo è quel che non sei mai riuscito a ottenere, e non credo che ci riuscirai mai: Isabella non può tollerare di non accompagnare il marito.» Questo era troppo vero perché potesse venir contraddetto. Per sgradito che ciò fosse, Mr. Woodhouse non poté che emettere un sospiro di rassegnazione; e siccome Emma vide che il suo umore s’abbatteva all’idea dell’affetto di sua figlia per il marito, immediatamente portò il discorso su un tema destinato a sollevarlo. «Harriet deve darci il più possibile la sua compagnia mentre son qui mio cognato e mia sorella. Son sicura che le piaceranno i bambini. Siamo assai orgogliosi dei bambini, non è vero, babbo? Mi chiedo quale troverà più bello, Henry o John?» «Già, me lo chiedo anch’io. Poveri piccolini, come saranno contenti di venire! Sono così felici di soggiornare a Hartfield, Harriet.» «Lo credo, signore. Son certa che non c’è chi non lo sia.» «Henry è un bel ragazzo, ma John somiglia molto alla mamma. Henry è il maggiore, fu chiamato col mio nome, non quello di suo padre. John, il secondo, ha ricevuto il nome paterno. Alcuni rimangono sorpresi, credo, che questo nome non sia toccato al maggiore, ma Isabella volle che il primo si chiamasse Henry, e ciò mi parve molto carino da parte sua. Ed è proprio un ragazzo intelligente. Sono tutti assai intelligenti; e hanno tante maniere carine! Vengono accanto alla mia poltrona e dicono: “Nonno, puoi darmi un pezzo di spago?” e una volta Henry mi ha chiesto un coltello, ma io gli dissi che i coltelli eran fatti solo pei nonni. Credo che il loro padre sia troppo burbero con loro, molto spesso.» «A te sembra burbero,» disse Emma, «perché tu sei così dolce; ma se tu potessi paragonarlo con altri babbi, non lo crederesti burbero. Vuole che i suoi ragazzi siano attivi e vigorosi e, se si comportano male, può dir loro di tanto in tanto una parola brusca; ma è un padre affettuoso. Di sicuro Mr. John Knightley è un padre affettuoso. I bambini gli vogliono tutti bene.» «E poi viene il loro zio e li palleggia verso il soffitto in una maniera che fa proprio spavento!» «Ma a loro piace, babbo, non c’è nulla che piaccia loro tanto. Ci provano tanto gusto, che se lo zio non avesse messo la regola che devono darsi il cambio, quello che ha cominciato non vorrebbe mai cedere il posto all’altro. «Mah! Non posso capirlo.» «E il caso di tutti noi, babbo. La metà del mondo non può capire i piaceri dell’altra.» Più tardi nella mattinata, e proprio quando le ragazze stavano per separarsi preparandosi per il consueto pranzo delle quattro, capitò di nuovo l’eroe di questa inimitabile sciarada. Harriet volse il viso altrove, ma Emma poté riceverlo col solito sorriso, e il suo occhio pronto non tardò a scoprire nel suo la consapevolezza d’essersi buttato avanti, d’aver gettato un dado; ed essa immaginava che egli fosse venuto a vedere che faccia avesse scoperto quel dado. La sua ragione apparente, tuttavia, era di chiedere se la partita di Mr. Woodhouse potesse esser messa insieme la sera senza di lui, o se la sua presenza fosse, sia pure appena appena, necessaria ad Hartfield. Se lo era, ogni altra cosa sarebbe passata in sottordine; ma in caso contrario il suo amico Cole aveva tanto insistito perché pranzasse con lui; dava alla cosa tale importanza, che egli aveva promesso condizionatamente d’andare. Emma lo ringraziò, ma non poteva permettere che per via di loro egli desse un disappunto all’amico; suo padre era sicuro di mettere insieme la partita. Egli insisté di nuovo, essa di nuovo declinò l’offerta; e pareva che egli stesse per fare la riverenza, quando, prendendo il foglio dal tavolo, Emma glielo rese: «Oh, ecco la sciarada che siete stato così gentile di lasciarci; grazie d’avercela fatta vedere. L’abbiamo tanto ammirata, che mi sono arrischiata di trascriverla nella collezione di Miss Smith. Spero che il vostro amico non se l’abbia a male. Naturalmente ho trascritto solo i primi otto versi.» Di certo Mr. Elton non sapeva troppo bene che dire. Prese un’aria piuttosto perplessa, piuttosto confusa; disse qualcosa in torno all’«onore», dette un’occhiata a Emma e a Harriet, e poi, vedendo il libro aperto sul tavolo, lo prese e lo esaminò molto attentamente. Per superare il momento. «Dovete fare le mie scuse al vostro amico; ma una sciarada così buona non deve esser portata a conoscenza solo di una o due persone. Finché scrive con tanta galanteria, egli può star sicuro dell’approvazione di ogni donna.» «Non ho alcuna esitazione a dire,» rispose Mr. Elton, che esitava invece parecchio mentre così diceva, «non ho alcuna esitazione a dire... almeno se l’amico mio ha gli stessi sentimenti che ho io... non ho il menomo dubbio che, potess’egli vedere la sua effusione poetica onorata come la vedo io,» guardando di nuovo il libro, e ricollocandolo sul tavolo, «considererebbe questo il momento più magnifico della sua vita.» Dopo questo discorso se ne andò al più presto possibile. A Emma non parve l’ora; poiché, con tutte le buone e amabili qualità di Mr. Elton, c’era nei suoi discorsi una specie d’ostentazione che minacciava di farla ridere. Essa corse via per soddisfare questo desiderio, lasciando a Harriet la parte più tenera e sublime del piacere. Capitolo X Benché si fosse già alla metà di dicembre, finora il tempo non aveva impedito alle due signorine di far le loro passeggiate con sufficiente regolarità; e il giorno dopo Emma aveva da fare una visita di beneficenza a una famiglia povera, che viveva un po’ fuori di Highbury.
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