3 Penitenziario di Carswell, Cella di isolamento Mi sedetti sul letto, l’unica superficie ragionevolmente comoda all’interno della mia cella, la ruvida coperta di lana avvolta attorno alle spalle. Avevo le ginocchia rannicchiate contro il petto e la schiena premuta nell’angolo del muro. Ero da sola, il silenzio era quasi assordante. Anche se uno dei muri era fatto di sbarre che si affacciavano su un lungo corridoio, c’era silenzio. Le mura in calcestruzzo dipinte di grigio non offrivano niente di interessante da osservare. La piccola finestrella che dava sul mondo esterno – l’unica – era così in alto che mi era impossibile guardare fuori, anche se mi mettevo in piedi sul letto. Lo sapevo, ci avevo provato. Riuscivo a vedere il cielo, sapevo se era terso o nuvoloso, ma non il terreno. Non