CAPITOLO OTTO Sua madre era in camera sua, a guardare uno dei suoi stupidi quiz televisivi mattutini. La camera da letto era situata sul retro della casa, nell’angolo più lontano, ma il rumore riempiva il resto della casa come un’esplosione. Di tanto in tanto si metteva a ridere, ma la risata si tramutava in una brutta tosse secca. Per lui quel suono era paragonabile a quello delle unghie sulla lavagna. Ogni volta che lo sentiva, desiderava che la madre morisse. Forse avrebbe finalmente trovato il coraggio di ucciderla nel sonno – di coprirle quella stupida facciona con un cuscino, oppure semplicemente di tapparle naso e bocca con le sue mani forti e osservarla soffocare. Invece non è che gli mancasse il coraggio; di coraggio ne aveva da vendere. Il problema di base era che le voleva ben