Capitolo ottavo

1398 Words

Capitolo ottavo I Erano le quattordici. Pochi facinorosi protestavano di fronte alla caserma dei carabinieri, invocando la liberazione dei propri compagni. Scene pietose che avevo visto e rivisto a Milano si ripetevano a Triora. Senza dare nell’occhio, svoltai per la fontana di Campomavue. Arrivai all’oasi rinsecchita. – A matin castagne, a megiudì pestumi, a sèira castagnun – recitò una voce alle mie spalle. Era Ademu de Campomavue, l’amico della negra. – Buongiorno – lo salutai senza impegnarmi nell’idioma locale. – Sai cosa significa? – mi interrogò. Palesai di essere allo scuro del dialetto triorese. – Me lo diceva mio padre, quando si andava in campagna. Al mattino castagne, a mezzogiorno residui della pestatura, alla sera castagne secche di seconda scelta. – Che sfiga – pen

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