4. New York, USA, aprile 2012 La cosa successiva di cui Jean fu consapevole fu di avere un paio di zanne piantate nel collo. E faceva male. Meno di un secondo dopo, non faceva più male per niente. Ancora un secondo e sentì se stessa che iniziava a gemere di piacere. Xavier lappava lentamente il suo sangue, tenendole una mano dietro alla nuca come a sorreggerle la testa, e dal punto in cui la mordeva si irradiavano violente ondate di piacere, calde e formicolanti. Jean aveva i capezzoli duri come marmo e provava un piacere sordo, pulsante, alla fica. «Cristo» ansimò, stringendogli la giacca. Xavier si scostò e la leccò sul collo. Di nuovo quella sensazione di piacere formicolante, ma meno intensa. Lo vide leccarsi le labbra, pensieroso. «Diverso» decretò. «Diverso da che cosa?» chie