“Dai, sposta la macchina e andiamocene anche noi”, aggiunse Cerasuolo piccato, salendo in auto, non prima di aver lanciato uno sguardo ironico ai due colleghi stranieri che lo osservavano impassibili.
“A quello un giorno di questi gli pateo el trasero18”, ringhiò Pedro stringendo forte le mani intorno al volante immaginando che fosse il collo del sindacalista.
Cerasuolo e il collega se ne andarono scornati.
Osvaldo non si capacitava del perché il sindacalista cercasse sempre di seminare zizzania tra i colleghi. Non era la prima volta che interveniva in difesa di Amadi e dei suoi uomini e non sarebbe stata probabilmente nemmeno l’ultima. A preoccuparlo era il vedere come, all’interno del corpo di cui faceva parte, ultimamente mancasse quella solidarietà tra colleghi che era una delle qua
