Osvaldo trovò un parcheggio di fronte al locale. Scesi dall’auto i due uomini insieme al ragazzino fecero il loro ingresso nel fast-food a quell’ora pressoché deserto. C’erano solo due tavoli occupati. I presenti a quell’ora erano per lo più stranieri, oltre a due guardie giurate. Qualcuno di tanto in tanto entrava per l’asporto. Fuori, sulla porta, c’erano alcuni rider che stavano consumando la loro cena dopo aver finito il turno.
Amadi, che aveva dimestichezza con i menù, ordinò per sé e per il bambino, mentre Osvaldo volle solo un caffè. Morathi si guardava intorno stupito; non aveva mai visto una città come Milano e non immaginava che potessero esserci posti come quello, con tutto quel cibo pronto a essere consumato. I profumi, le luci, la musica, il traffico delle auto, le persone st
