Osvaldo aveva in mano le chiavi della macchina, il cellulare e il pacchetto di sigarette. Non gli serviva altro. S’incamminò lungo via Giovanni Pascoli, a quell’ora deserta. Per incontrare gente bastava girare l’angolo e imboccare via Plinio; gli storici bar Doria e bar Basso si contendevano i clienti fino a tarda notte.
Osvaldo svoltò in piazza Carlo Erba e percorse l’ultimo tratto di via Plinio, quello meno trafficato. Non incontrò nessuno. Arrivò in via Augusto Righi e trovò la sua Fiat Uno rossa parcheggiata. Mise in moto e partì. Nessuno gli avrebbe tolto dalla testa che se in piazza Gian Lorenzo Bernini ci fosse andato a piedi ci avrebbe impiegato meno tempo. Dopo aver percorso un tratto di via Giovanni Pascoli curvò in via Pinturicchio e in meno di un minuto giunse a destinazione.
