Capitolo V Corri ragazzo, corriMilano, periferia sud-ovest, ex scalo ferroviario di Porta Romana. 6 giugno, ore 22:30 Il mezzo sussultò, interrompendo improvvisamente quel monotono rollio che aveva scandito quasi tutto il tempo del viaggio. Seguì una lunga frenata e il veicolo rallentò bruscamente, come se l’autista dovesse evitare un ostacolo. Quel fermarsi improvviso fu come un segnale che destò gli occupanti del rimorchio dallo stato di dormiveglia in cui erano; la spossatezza unita alla mancanza di cibo e di acqua aveva ridotto quelle persone allo stremo delle loro forze. Schiacciati gli uni sugli altri, avevano viaggiato per ore, senza sosta, stipati come animali. Quasi tutti avevano espletato i loro bisogni fisiologici e di conseguenza l’aria era diventata irrespirabile, carica di