CAPITOLO V. «Noi altri; gente esperta nel vivere del mondo, Quando un parente, o amico, vediamo andare a fondo, Non vi credeste mica, che, per tirarlo in alto, Fossimo così matti di fare in acqua un salto. Sia pur la sua sventura, quanto si vuol, funesta, Per levarlo di stento, un colpo sulla testa, Tutto al più, gli daremo, e così sempre ho fatto. Con voi, messere, il caso è differente affatto. Spira ai vostri balconi il vento della sorte, Vi sarò, finchè dura, amico in vita e in morte. Shakespeare. Sul più duro de’ letti, in cui si fosse probabilmente scontrato giammai, il lord Cancelliere avea portati quegli stessi pensieri ambiziosi, e quella medesima perplessità che bastano a sbandire il sonno anche da chi si posa su letto di calugine e fra le più morbide coltri. Com’uomo