16 Mike Non aveva tutti i torti. Cioè, era vero che avesse già abbastanza problemi senza metterci anche me. Uno che alla prima avvisaglia di una difficoltà correva a sbronzarsi, invece di chiedere spiegazioni. Ammetto che per un po’ mi cullai nell’autocommiserazione: povero Mike, troppo danneggiato per poter sperare in una vita normale, destinato a restare solo con i suoi problemi. Entrai in un bar e chiesi mezzo dito di whisky, indeciso se quello fosse l’hair of the dog o l’inizio di una nuova sbornia. L’alcool mi bruciò in gola e mi diede un fugace senso di benessere. Pensai che comunque ero stato un idiota. Un vero idiota, un paranoico e uno sfigato. Ero stato esattamente quello che mio fratello mi accusava di essere da sempre. Era chiaro che Alina non avesse idea di chi fossi.