“Astrea mi ha suggerito di concentrarmi sulla teoria. Credo che funzioni.” rispose con un sorriso. L’amico guardò alternativamente lui e Astrea e, ricevendo i loro sguardi rassicuranti, assentì varcando poi la soglia assieme a loro. Non appena ebbero preso tutti posto, la massiccia porta dell’aula si chiuse e, qualche istante dopo, il gelido docente di Incanti & Sortilegi fece il suo ingresso, accomodandosi subito nella sua imponente poltrona Chesterfield in cuoio verde scurissimo. L’aula era quella di sempre: ampia e luminosa con i banchi collocati su una scalinata dagli alti scalini a scendere verso un vasto spazio, simile al palcoscenico di un anfiteatro. Questa volta, però, non era suddivisa nei due soliti settori, bensì in quattro che, come nell’Auditorium e nella stessa sequenza, e