1. La guardai uscire dall’ingresso del personale dell’Elisium, come facevo da sei mesi a quella parte una o due volte alla settimana. Sevil camminò veloce verso l’angolo, oltre il quale c’era la fermata della metropolitana della 23esima Strada. L’estate era ormai calda, quindi indossava solo una canottiera accollata e una gonna di lino subito sopra il ginocchio. Scarpe da ginnastica azzurre. Ammirai l’incavo della sua vita, la curva delle natiche, i seni piccoli e sodi. Ammirai il modo in cui camminava, a passi lunghi e sbrigativi. I suoi capelli scintillanti di sole. Aveva fatto il turno di mattino, il più leggero al ristorante dell’hotel. Aveva servito colazioni agli ospiti, elegante nella sua divisa blu e rosa. Quella sera sarebbe rientrata per il turno serale, nel frattempo avrebbe