3.-1

2015 Words

3. Due giorni più tardi ero ancora a casa sua, a Brooklyn. Era una bella casetta, una cosiddetta “town house”, ossia indipendente, a due piani, ma incastrata in una fila di altre case indipendenti a due piani. I mattoncini rossi dell’esterno erano un po’ anneriti, la moquette dell’interno un po’ lisa, ma nel complesso era infinitamente meglio del buco in cui, teoricamente, abitavo ancora. In realtà non volevo tornare in quella casa, né in quel quartiere. Non per restarci. Mentre Kael cercava di venire a capo dei suoi casini io avevo iniziato a cercare lavoro. Avevo deciso di non iniziare con i classici posti da cameriera, senza previdenza, assistenza medica o ferie, ma di puntare un pochino più in alto, a un posto come impiegata da qualche parte. Per il momento non avevo avuto fortuna.

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