Il cavaliere alzò le spalle, uscì dalla capanna e riportò dentro il cavallo che aveva legato a un albero, poi gli tolse la sella con grande attenzione e gli stese sulla schiena stanca il proprio mantello. L'eremita fu quasi commosso dalla cura e dall'abilità con cui lo sconosciuto accudiva il proprio destriero; infatti, mormorando qualcosa su del foraggio lasciato per il cavallo del guardaboschi, tirò fuori da un riparo un fascio di fieno che sparse di fronte all'animale e subito dopo sistemò delle felci secche nell'angolo che aveva destinato al cavaliere come giaciglio. Questi lo ringraziò della sua cortesia e, compiuto questo dovere, ripresero entrambi posto a tavola dove in mezzo stava il piatto di piselli. L'eremita, dopo una lunga preghiera di ringraziamento, che una volta era stata