Gli accarezzai le natiche, così sode e muscolose, e la schiena, infilando le mani sotto alla sua camicia, il cui bianco faceva risaltare la sua pelle color ossidiana opaca. Lo leccai e iniziai a muovere lentamente i fianchi, come a dire che per me poteva ricominciare anche subito. E Zenith ricominciò, questa volta con più calma. Rimandò il momento dell’eiaculazione per seguire il mio ritmo, come a volte faceva. Pancia a pancia, petto contro petto, lentamente arrivai di nuovo al piacere. A quel punto Zenith accelerò e concluse a sua volta, prendendosi tutto il tempo che gli serviva. Lo tenni stretto, quando ebbe finito, con una mano tra i suoi capelli. Lui restò con la fronte sulla mia spalla, respirando sempre più lentamente. «Ti amo» gli dissi. «Non posso cambiare questa cosa. Ho prova