3. Il giorno dell’udienza io e Vimar ci presentammo ad assistere insieme. La Gilda era al suo tavolo e l’assemblea sedeva tutto attorno, nella sala a gradini in cui si tenevano le udienze. Quando Zenith entrò ci fu un sommesso mormorio, mentre i presenti commentavano tra loro. Era vestito elegantemente e si era sciolto i capelli, che gli ricadevano sulla schiena in onde bianche e ordinate. «Sono tutti così, è vero?» sussurrò Vimar, piegandosi verso di me. «Tutti molto simili. Sono belli, a loro modo». «Sembrano simili solo a noi» risposi, prima di riportare l’attenzione su Zenith. Lui camminò sul basso palco davanti al tavolo della Gilda, in fondo ai gradini dell’assemblea. Sembrava tranquillo e padrone di sé. «Grazie per avermi concesso udienza» disse, nel suo attiassiano ormai qua