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Mai sfiorato

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Vash Cole è uno pseudo-umano. La sua serie di cloni è stata concepita per lavori in condizioni proibitive. Molto più forti degli umani, con un sistema respiratorio più efficiente, abili nel pensiero strategico, i cloni della sua serie hanno però scarse capacità comunicative. D’altronde, quando lavori in una miniera a gravità zero su un asteroide non ti serve saper discutere dei massimi sistemi. Pensa che la sua vita sarà tutta lì, duro lavoro e sempre più acciaio pensante al posto della carne, visto che gli incidenti nello spazio capitano di continuo. Ma l’Assemblea passa una nuova legge in favore degli pseudo-umani e Vash si trova a essere merce avariata, troppo danneggiato per lavorare ancora. Cosa peggiore, i padroni della compagnia mineraria, appartenenti a una nobile e antica famiglia di Teti, la capitale dell’Alleanza, sono costretti a riassorbire in qualche modo gli pseudo ora non più impiegabili nelle miniere.È così che Vash conosce Galia, la prima persona che gli abbia mai accarezzato una guancia, una che lo tratta da essere umano e vuole insegnargli a vivere in un altro modo, con un po’ di tenerezza. Una donna così in alto da sembrare una vertigine.

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1.
1. «Scusa se ti disturbo, tesoro». Endor entrò nello studio di sua moglie mentre lei prendeva appunti sulle nuove normative emanate dall’Assemblea. Sedeva alla scrivania con la schiena dritta, il collo teso e le gambe incrociate pudicamente all’altezza delle caviglie. La sua postura impeccabile derivava da anni di esercizi, quand’era ragazza. L’istitutrice le aveva inculcato il buon gusto, la sobrietà, la cura per la persona, il modo piacevole di rivolgersi agli altri... il pacchetto completo, insomma. Galia alzò lo sguardo su suo marito e rispose: «Nessun disturbo, dimmi tutto». Endor era della sua stessa specie. Alto, snello, elegantissimo e sempre molto appropriato. Erano sposati da cinque anni e, considerando come avrebbero potuto andare le cose, non era nemmeno così male. Matrimonio di interesse, ovviamente. Non si erano mai neppure sfiorati. «So che stavi esaminando la nuova normativa. L’ha esaminata anche Karl e ha stilato un elenco degli... esuberi». Dopo più di un anno di discussione, l’Assemblea degli Eletti aveva varato la nuova legge che regolava lo status degli pseudo-umani usati per i lavori più pesanti in tutta l’Alleanza. Il promotore di quella legge disgraziata era stato un Eletto che una pseudo-umana l’aveva sposata. Un grande scandalo, tra la nobiltà di Teti, e per più di un motivo. Al di là dello scandalo, tuttavia, restava la nuova legge, ormai nero su bianco. Gli pseudo-umani dovevano essere “individuati”, ossia resi individui unici con un chip, ed equiparati agli umani nati dal grembo di una madre. O da una gravidanza in utero artificiale, il sistema preferito dalle classi sociali più elevate. Era così che Galia e Endor avevano avuto due bambini. «Prego, accomodati» invitò suo marito a sedersi. Osservò le note che aveva preso. «Come supponevamo, le proprietà più colpite saranno gli asteroidi che abbiamo dato in sfruttamento alla Horizon. La Horizon usa manodopera pseudo-umana in gran quantità... quasi un minatore su due è pseudo-umano». Endor accavallò le gambe e si spostò dietro una spalla i capelli lunghi e lisci, di una sfumatura chiarissima biondo-argentato. «È quello che mi diceva anche Karl». Karl era il suo segretario e – per quanto ne sapeva Galia – amante. Un uomo molto scrupoloso, sebbene di origini borghesi. «Secondo Karl, la Horizon sarà costretta a convertire i contratti di circa un terzo dei suoi dipendenti sui nostri asteroidi da Bakor Primo a Sesto, e circa al cinquanta percento del personale su Bakor Settimo. Le spese aumenteranno di pari passo, ma nemmeno questo è il problema più grave». Galia inarcò un sopracciglio. Non era d’accordo nel definire “grave” il problema. La loro famiglia era abbiente, apparteneva all’esigua élite nobile di Teti... l’aumento delle spese non era un “problema”, il loro stile di vita non ne sarebbe stato neppure scalfito. Al massimo era una seccatura. «Il problema più grave» continuò Endor, dipingendo una realtà a tinte fosche del tutto immaginaria, «sono gli esuberi». «Stavo gusto esaminando la questione» intervenne Galia in tono piacevole. «Secondo la nuova normativa, tutti gli pseudo-umani che abbiano più del 13% della massa corporea in metallo pensante hanno diritto a una buona uscita commisurata ai servizi resi e devono essere congedati. Corrisponde a circa un quarto della manodopera pseudo-umana della Horizon». «Lasciami essere più specifico» disse Endor, con una smorfia infastidita. «Tra i dipendenti più... danneggiati, per fortuna la maggior parte sono anziani. Vicini alla fine naturale del periodo di servizio trentennale. La Horizon li prepensionerà a sue spese». Sfogliò i suoi appunti. «Ci sono poi diversi minatori che hanno prestato servizio tra i quindici e i vent’anni... un costo notevole, perché sono troppo giovani per il prepensionamento. La nuova normativa – bontà sua – ci consente di scegliere se compensarli con una buona uscita o se riassorbirli nel nostro personale addetto a mansioni non-pesanti». Endor emise un sospiro drammatico: «Parliamo di quasi trecento pseudo-umani!». «Sono le mie stesse conclusioni» confermò Galia, con un lieve sorriso. «Karl ha fatto i conti» proseguì suo marito. «Possiamo assorbirne una cinquantina come manovalanza nelle nostre altre proprietà. Come giardinieri, come autisti, come addetti alla sicurezza. Sempre che ne siano in grado, ovviamente. È tutto da vedersi». «Be’, ho esaminato le specifiche delle loro serie» disse lei, cercando di assumere un atteggiamento positivo. Endor era un’ottima persona, ma la sua tendenza a buttare tutto in tragedia la innervosiva sempre un po’. «La serie più rappresentata è la 302987: uomini – intendo dire, con fenotipo e genotipo maschile – dalla forza accresciuta del 30% circa. Hanno un design piuttosto standard, sono concepiti per lavori pesanti, ma non in ambienti estremi. Il loro livello intellettivo è normale e sono dotati di adattabilità e buon carattere. Sono amichevoli, diligenti, obbedienti. Non credo che sistemarli da qualche parte sia chissà quale problema». «Invidio il tuo ottimismo». «Non è ottimismo, tesoro. Sono pressoché umani, ma con un carattere migliore. E sono abituati a obbedire, a lavorare in squadra. Potremmo addirittura assumerne qualcuno come cameriere, o come giardiniere... qua da noi, intendo. A palazzo». Endor sospirò. «Immagino che sarà inevitabile. Non voglio essere io a dirlo al signor Baru, però». Il signor Baru era il maggiordomo. Dire che teneva molto al protocollo era un eufemismo e Galia doveva ammettere che trovarsi all’improvviso come neo-assunti degli ex minatori per lui sarebbe stato stressante. «Sono certa che saprà far fronte alla novità con la consueta perizia». Endor sfogliò ancora gli appunti. «Poi c’è la serie 098345. Molto problematica». «Ma gli esemplari con più del 13% della massa corporea in metallo pensante sono solo venticinque» puntualizzò Galia. Era una serie più “problematica”, come diceva suo marito, perché la loro forza era accresciuta del 50% circa ed erano progettati per eseguire gli ordini senza pensare. Il loro livello intellettivo era appena normale, si esprimevano a fatica, erano incapaci di pensiero astratto. «Be’, potremmo mettere loro in giardino. Quelli della serie 302987 sono più ricollocabili, concordo con te. Sono anche di più, per cui dovremmo per forza inserirli in un programma di collocamento». «A nostre spese» ribadì Endor. «Oh, non fare così. Li collocheranno in fretta, vedrai. Ma quelli della serie 098345 sono più difficili, hai ragione. Per questo credo che sarebbe più pratico tenerli qua, come addetti al parco». «Tutti e venticinque». «È un parco di notevoli dimensioni» disse lei, con distratta sicurezza. In realtà aveva un’idea molto vaga delle dimensioni del giardino e del parco circostante. Non ci metteva piede da un pezzo, se non nella parte più vicina al palazzo. Ma sapeva che erano grandi e contava sul fatto che neanche Endor avesse le idee molto chiare in merito. «Resta la serie 552» sospirò Endor. «Dalla Horizon hanno fatto sapere a Karl che ne sospenderanno la produzione. Il gioco non vale più la candela. Per fortuna abbiamo solo due esemplari danneggiati. Uno è prossimo al pensionamento, quindi non è un problema nostro. L’altro... bah». Galia consultò le sue specifiche, dato che non aveva ancora avuto tempo di farlo. La serie 552 era stata concepita per lavori in condizioni proibitive. La loro forza era accresciuta del 70% circa, avevano capacità di pensiero strategico, problem-solving e un alto spirito di sacrificio. Basse abilità sociali e di comunicazione, basse abilità linguistiche, alta stabilità psicologica... e per fortuna, perché, al contrario degli pseudo-umani delle altre serie, erano “interi”. Galia inarcò un sopracciglio, chiedendosi privatamente perché i progettisti genetici avessero preso quella decisione. Endor seguì il suo sguardo ed emise una bassa risata maliziosa. «Potresti assumerlo come guardia del corpo. Sai, in prospettiva del viaggio che faremo in primavera. Sii gentile, però: prima di impiegarlo assicurati che sia stabile sul serio e prendi tutte le precauzioni necessarie». «Tesoro, la sicurezza è sempre una priorità, per me» rispose lei, con un sorriso educato. Considerava la sua intromissione un po’ eccessiva, ma non c’era bisogno di farglielo notare. Endor aveva il vizio di voler tenere tutto – e tutti – sotto controllo, ma c’erano coniugi molto peggiori di lui. C’erano volte in cui Galia lo trovava noioso da impazzire, o impiccione, o morboso, ma non avevano grandi contatti, quindi nel complesso era sopportabile. E sposarlo era stato un ottimo affare dal punto di vista patrimoniale e delle influenze, quindi non si pentiva di nulla. Quando lui fu uscito, tornò a esaminare la serie 552. Era una serie di soli trenta esemplari, prodotti con il contagocce nell’arco di quindici anni, ma non diceva da nessuna parte quanti fossero ancora in vita. Oltre alla forza accresciuta, avevano altre difformità interessanti: un sistema respiratorio modificato, che gli permetteva di restare senza ossigeno per circa trenta minuti, una vista molto più acuta dei normali esseri umani, una sopportazione molto elevata delle basse e alte temperature, un sistema endocrino particolare. E poi la stranezza che aveva tanto divertito Endor. Gli altri pseudo-umani dalla forza accresciuta erano privi di genitali esterni. Logicamente, non gli servivano a nulla, dato che erano concepiti per i lavori pesanti e comunque erano sterili. Non solo non avevano genitali esterni, non avevano neppure impulsi sessuali o riproduttivi. Era giusto, sarebbe stato inutilmente crudele. Ma gli pseudo-umani della serie 552 erano “interi”. Forse derivava dal fatto che erano stati progettati quasi novant’anni prima, quando nei confronti degli individui progettati geneticamente la sensibilità era pari a zero. Come tutti gli esemplari a forza accresciuta, venivano cresciuti in alveare fino ai vent’anni, prima di essere impiegati. Il loro contratto standard durava trent’anni, dopo i quali – se erano sopravvissuti – andavano in pensione. Il 552 più vecchio che la Horizon impiegava sui loro asteroidi aveva quarantotto anni, aveva circa il 60% del corpo fatto di metallo pensante ed era ormai pensionabile. L’altro esemplare, quello che in teoria avrebbe assunto lei, aveva trentasette anni, il 32% del corpo in metallo pensante e non era facilmente impiegabile. Endor aveva lasciato capire, molto poco finemente, che Galia avrebbe potuto usarlo a letto. Galia dubitava di poter davvero fare sesso con una creatura dalla forza accresciuta del 70% rispetto a un normale sapiens. Anche presumendo che fosse di aspetto gradevole, cosa su cui non c’era alcuna garanzia. Gli pseudo-umani di design recente erano tutti carini, in modo da rendere più facili i rapporti con gli umani. Gli umani rispondevano positivamente alla bellezza. Ma su una serie vecchia come quella 552 era impossibile a dirsi.

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