5. Joel mi stava aspettando nell’atrio, una ventina di minuti più tardi. Mi ero fatta una doccia, mi ero spalmata altra pomata rinfrescante e mi ero rimessa i vestiti con cui ero arrivata. Di conseguenza ero ancora senza slip e la cosa mi deprimeva senza motivo. Forse solo perché camminando il buchetto posteriore gonfio e la fica irritata si facevano sentire parecchio. Joel mi aprì la porta e chiamò l’ascensore. In quel preciso istante mi colpì tutto lo squallore della situazione. Quel tizio con la faccia da criminale che in fondo sembrava un po’ preoccupato per me, perché sapeva benissimo che cosa ero andata a fare nell’attico di K. E io che ero appena stata a casa di un milionario a farmi sbattere in tutti modi, a p*******o. Senza averne un reale, disperato, bisogno. Mi passai una m