IV. Il cane e il suo padrone

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IV Il cane e il suo padroneC’era tuttavia una creatura umana che Quasimodo escludeva dalla sua cattiveria e dal suo odio per gli altri, e che amava quanto, se non più, addirittura, della sua cattedrale; era Claude Frollo. La cosa era semplice. Claude Frollo lo aveva raccolto, lo aveva adottato, lo aveva nutrito, lo aveva fatto crescere. Da piccolo, quando i cani e i ragazzi gli abbaiavano dietro, aveva l’abitudine di rifugiarsi fra le gambe di Claude Frollo; Claude Frollo gli aveva insegnato a parlare, a leggere, a scrivere. Ed era stato Claude Frollo, infine, che l’aveva fatto diventare campanaro. Ora, dare la campana maggiore in moglie a Quasimodo, era come dare Giulietta a Romeo. Ecco perché la riconoscenza di Quasimodo era profonda, appassionata, sconfinata; e benché il viso del pad

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