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«Non parla in macchina, non lavora mentre è in macchina, non guida la macchina... avrà mica subito un trauma che le ha cambiato la vita all’interno di un’auto?»
Savarin glielo chiese la sera dopo, mentre andavano verso casa sua dopo che Allegra l’aveva accompagnato a una partita di squash prima e dall’estetista dopo.
L’interno della berlina di lusso che li portava in giro era in penombra, illuminata solo dalle luci del quadro di comando, oltre i sedili di fronte.
«Sono stata violentata sui sedili posteriori di un’auto, ma non faccia psicologia spiccia. Non guido perché davvero c’è sempre l’autista di qualcuno a scarrozzarmi».
«Sta scherzando». Savarin aveva un’espressione attonita.
«No. È un lavoro pieno di benefit».
«Intendevo su... su...»
«Sull’essere stata violentata sui sedi
