«Di mio figlio?» Ora Warad-Sin sembrava davvero perplesso. «Sei stanca, siediti» aggiunse, alzandosi a sua volta e fermandosi al di là dell’isola. «Non sono stanca» replicò lei, secca. Lui scosse la testa. «Se mi menti, non mi aiuti a capire. Mi sto dimostrando... magnanimo, nei tuoi confronti. Sto cercando di capire questo concetto così importante per te. Non sono obbligato a farlo, la mia è pura gentilezza». «Oh, grazie» fece lei, beffarda. Warad-Sin non si accorse del sarcasmo. «Prego. Adesso siediti, solleva le gambe. Porti mio figlio dentro, sei preziosa per me». Lei sbuffò. Si spostò verso il divano, visto che stanca lo era davvero e avrebbe ucciso per sollevare i piedi. «Anche questa cosa è insultante, sai. Essere considerata solo un contenitore». Si sedette con un vago sos