CAPITOLO VII Napoleone di buon umore L’imperatore, sebbene ammalato e disturbato a cavallo da un dolore, non era mai stato tanto di buon umore come in quel giorno; fin dal mattino, la sua impenetrabilità sorrideva. Il 18 giugno 1815, quell’anima profonda, dalla maschera marmorea, splendeva in modo abbagliante: colui ch’era stato triste ad Austerlitz, fu allegro a Waterloo. I grandi predestinati hanno siffatti controsensi. Le nostre gioie sono ombra; il sorriso supremo è di Dio. Ridet Caesar, Pompeius flebit, dicevano i legionari della legione Fulminatrice. Stavolta, Pompeo non doveva piangere; ma certo Cesare rideva. Fin dalla vigilia, all’una di notte, mentre esplorava a cavallo, sotto l’uragano e la pioggia, in compagnia di Bertrand, le colline delle vicinanze di Rossomme, soddisfa