CAPITOLO I Il convento, idea astratta Questo libro è un dramma in cui il primo personaggio è l’infinito: l’uomo il secondo. Ciò posto, poiché un convento s’è trovato sulla nostra strada, abbiamo dovuto penetrarvi. Perché? Perché il convento che appartiene tanto all’oriente quanto all’occidente, all’antichità come ai tempi moderni, al paganesimo, al buddismo, al maomettismo come al cristianesimo, è uno degli apparecchi d’ottica puntati dall’uomo sull’infinito. Non è questo il luogo per sviluppare oltre misura certe idee; tuttavia, pur mantenendo assolutamente le nostre riserve, le nostre restrizioni e magari le nostre indignazioni, dobbiam dire che, ogni qual volta incontriamo nell’uomo l’infinito, bene o mal compreso, ci sentiamo penetrati dal rispetto. V’è nella sinagoga, nella mosc