CAPITOLO OTTO Fuori dal caffè, Avery si teneva una borsa di ghiaccio sull’occhio. Sotto pulsavano due brutti lividi e tutta la guancia era gonfia. Respirare era difficile, che le fece temere di essersi rotta una costola, e aveva il collo dolorante e arrossato per la stretta violenta di Desoto. Nonostante le violenze, Avery si sentiva bene. Meglio che bene. Era riuscita a difendersi contro un killer gigantesco e altri cinque uomini. Ce l’hai fatta, pensò. Aveva passato anni a imparare a combattere, innumerevoli anni e ore da sola nel dojo, facendo sparring contro se stessa. Aveva già partecipato ad altri combattimenti, ma nessuno contro cinque uomini, e di certo nessuno contro qualcuno di forte quanto Desoto. Ramirez era seduto sul marciapiede. Uscito dallo scantinato era stato sul pun