CAPITOLO SETTE Nella mente di Avery la stanza si svuotò; divenne nera e tutto ciò che riusciva a vedere erano i cinque uomini, Ramirez accanto a lei e il pugno di Desoto che le si avvicinava al volto. La chiamava la nebbia, una dimensione dove andava spesso ai tempi in cui correva. Un altro mondo, separato dalla sua esistenza fisica. Il suo istruttore di jujitsu la definiva la “consapevolezza definitiva”, uno spazio in cui la sua concentrazione si faceva selettiva, e quindi i sensi erano più amplificati attorno a determinati obiettivi. Volteggiò oltre il braccio di Desoto e gli strinse il polso. Nello stesso momento, raddrizzò un fianco per fare leva e usò lo slancio per scagliarlo sul pavimento dello scantinato. Il legno si incrinò e il grosso uomo si schiantò pesantemente. Senza ferma