CAPITOLO QUARTO La nostra vita al castello riprese il suo monotono corso. L’avvocato di Londra scrisse alla mia padrona di andare a passare qualche tempo con sua moglie. Ma essa non accettò l’invito, non amando stare in compagnia dopo l’accaduto; per quanto facesse il possibile per celare lo stato dell’anima sua, pure io mi avvedeva che languiva sotto il dolore dell’offesa ricevuta; non so che cosa sarebbe accaduto di lei se fosse rimasta sempre sola. Fortunatamente per lei, dopo un certo tempo, mandò a dire al signor Meeke di venire al castello e riprendere i loro antichi trattenimenti musicali. Essa gli disse – e a me parve giustissimo – che qualunque impegno anteriore egli avesse preso col signor Smith, era adesso divenuto nullo, dacchè quella persona aveva spezzato ogni vincolo matr