12. «Guarda chi ti ho portato!» trillò Tessa, entrando nella camera di Alexis. L’infermiera sistemò in un vaso i fiori di Chris e disse a entrambi di non stancarla. Lei era stesa sul letto, il viso pallido, gli occhi cerchiati di scuro e il tubicino di una flebo che le stava mettendo in circolo un liquido trasparente, forse antidolorifici o nutrienti. «Amore...» disse lei, con un filo di voce. Era sveglia, ma non sembrava del tutto presente. La sua attenzione fluttuava. Chris si sedette accanto al letto e le baciò una guancia, posando la mano sulla sua. Piano. Pianissimo. Vederla così, debole e indifesa, gli faceva stringere il cuore. «Piccola. È andato tutto bene, eh? La dottoressa te l’ha detto, vero?». Lei annuì lentamente. Spostò gli occhi su Tessa e sorrise. Uno dei suoi sorri