Capitolo 3 La mattina del 14 giugno 1933, sul presto, il “fascista della prima ora” Annibale Moretti, debitamente istruito e stanco per la notte insonne a parte alcune brevi pause pisolanti sopra una sedia, era stato lasciato libero di lasciare la caserma Giovanni Berta e tornarsene a casa: fra tanti ringraziamenti per la collaborazione prestata. La sua bicicletta era rimasta alla Stazione dei Carabinieri perché il giorno prima era stato trasferito al presidio della Milizia sopra una camionetta; il Moretti s’era rassegnato a farsi tutta la strada a piedi fino a casa, distante una decina di chilometri dalla caserma, ché nessuno, dal comandante all’aiutante maggiore, al centurione addetto alla sicurezza del reparto, all’ufficiale di picchetto, s’era sognato di favorirlo ordinando per lui u